Tottolo è un tavolo-portale verso l’infanzia
Nasce dalla memoria, da quei momenti spensierati in cui una mano di bambino cercava gli attrezzi del nonno, e sul vecchio banco di lavoro comparivano scarti di legno, da cui prendevano forma figure strane, imperfette, eppure cariche di significato. Non per il risultato, ma per il gesto stesso: appassionato, vibrante, radicalmente autentico. Tottolo non è soltanto un nome. È un suono di una lingua immaginaria dell’infanzia, in cui ogni parola può trasformarsi in forma. Suona come un salto, come una risata, come il tentativo di trovare l’equilibrio su una sedia con una gamba troppo corta. In questa parola c’è morbidezza, c’è gioco, c’è libertà.
Le gambe di Tottolo non sono state disegnate col compasso, ma scolpite con gioia. Non seguono la logica, seguono la mano curiosa. In questo tavolo non esiste il “corretto”, ma esistono il coraggio e la vita. Non è stato creato come “dovrebbe essere”, ma come desiderava essere. Tottolo racconta qualcosa di essenziale: la creatività comincia dove scompare la paura di sbagliare. Dove si può agire per intuizione, accettare l’asimmetria, mescolare i colori senza misura e, proprio lì, scoprire la forma.
2025








